La terapia per l’emicrania


Il trattamento farmacologico dell’emicrania prevede una duplice tipologia di intervento, la cui attivazione viene determinata dalle caratteristiche di gravità della patologia (frequenza degli attacchi). La strategia di base si articola attraverso la somministrazione di una terapia sintomatica a cui si affianca, nei casi di maggiore serietà del disturbo, l’assunzione di farmaci a scopo preventivo.

Nel caso della terapia sintomatica i pazienti ricorrono in misura maggiore (82,3% dei casi) alla somministrazione di farmaci analgesici/antiemicranici soggetti a prescrizione, ed in quasi la metà dei casi di tratta di triptani, mentre il 31,8% del campione utilizza medicinali da banco, con una quota più elevata nei casi di emicrania non cronica.

L’adesione ad una strategia di prevenzione dell’attacco emicranico riguarda il 61,0% dei pazienti ed è più comune tra i pazienti cronici (71,8%), tra i quali si registra comunque una percentuale consistente (28,2%) di chi non la utilizza. Alta comunque la percentuale residuale che segnala qualche incertezza nella classificazione delle terapie da parte dei pazienti. Tra i malati con emicrania episodica, si sottopone a profilassi il 50,2% di quanti presentano frequenza di attacco media/moderata e il 60% di quanti soffrono di un’alta frequenza di attacco (tab. 5).

Come corollario al trattamento farmacologico, una quota consistente del campione (43,7%), completa la propria terapia mediante l’utilizzo di integratori e vitamine, un consumo segnalato in particolare dalle intervistate che vi aderiscono in maniera quasi doppia (47,7%), rispetto ai rispondenti uomini (26%).

Anche il controllo sull’alimentazione viene citato da quote significative come veicolo di prevenzione rispetto agli attacchi emicranici: oltre il 40% evita di assumere alimenti che possono fungere da trigger del mal di testa (vino, cioccolato, ecc.), mentre l’11,5% segue una dieta chetogenica ed il 5% un regime ipocalorico.

Emerge poi un dato particolarmente significativo in tema di costi della terapia. In relazione alla spesa per i farmaci soggetti a prescrizione, gli intervistati indicano come questi siano stati ottenuti in gran parte attraverso il Servizio Sanitario Nazionale ma solo per il 19,5% in modo totalmente gratuito, mentre il 42,7% dei pazienti segnala il pagamento del ticket. Al contrario il 37,8% specifica come si tratti di costi affrontati totalmente out of pocket (fig. 2).

Merita infine di essere ricordato il giudizio che gli stessi pazienti forniscono in merito alla efficacia della loro terapia farmacologica: solo l’8,4% la ritiene pienamente efficace, di contro il 66,7% dimostra livelli di soddisfazione più moderati (abbastanza efficace), mentre quasi un quarto del campione risulta scontento. Infatti, sebbene quasi il 50% dei pazienti intervistati sottolinei di riuscire a rimuovere sempre/spesso il dolore alla testa attraverso l’assunzione di una dose di farmaci, il 36,1% testimonia come questo avvenga qualche volta, l’11,1% raramente e il 4,5% mai. In conseguenza di ciò, è quindi diffusa tra i malati la sfiducia di essere in grado di tenere sotto controllo il mal di testa: il 38,5% ritiene di riuscirci qualche volta, il 21,8% raramente e il 14,4%, drammaticamente, mai.