Comunicati Stampa

Il capitolo «Sicurezza e cittadinanza» del 42° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2008

Roma, 5 dicembre 2008 – Contraffazione: pochi rischi e tanti soldi. Si stima che la «fattura» della contraffazione a livello mondiale valga 200 miliardi di dollari. Ma la cifra aumenta di centinaia di miliardi se si includono i prodotti distribuiti entro i confini nazionali, la merce contraffatta non riconosciuta dalle autorità doganali e i prodotti digitali distribuiti illegalmente via Internet. Nel 2007 in Italia sono stati sequestrati 87 milioni di beni contraffatti. I prodotti di abbigliamento sono quelli maggiormente colpiti (il 21% dei prodotti sequestrati dalle forze dell’ordine e il 33,6% di quelli trattenuti dalla dogane), seguiti da giocattoli, prodotti elettrici ed elettronici, pelletteria, pezzi di ricambio, orologi. A fronte di 61.365 operazioni condotte, 39.066 hanno avuto come esito un sequestro; i soggetti denunciati sono stati 14.318, gli arrestati 1.522. Da quando l’Agenzia delle dogane ha adottato sistemi automatizzati di sdoganamento e di presentazione di istanza di tutela da parte delle imprese, l’efficacia dei controlli è passata dal 20,4% di positività del 2000 al 36,1% del 2006. Il sistema di tracciabilità del farmaco, poi, partito nel 2003, ha azzerato i furti e le vendite di prodotti contraffatti.

L’aggravarsi delle incombenze delle polizie locali. Le polizie locali hanno assunto il ruolo di regolatore della vita di tutti i giorni integrando la funzione di tutela dell'ordine pubblico svolta dalle forze di polizia, ponendo però tre questioni: il coordinamento, le dotazioni e la formazione necessaria. Secondo un’indagine del Censis svolta in Campania, in 186 comuni della regione (il 36,5% del totale, e la quota sale al 53% tra quelli che hanno meno di 5.000 abitanti) la polizia municipale rappresenta l’unico presidio di pubblica sicurezza, il 71% dei comandi di polizia locale dispone di armi e di questi il 69,9% svolge regolarmente esercitazioni.

La corruzione, problema sommerso e mai sopito. In Italia il livello di corruzione percepita, non solo è molto elevato e in crescita di anno in anno, ma è più vicino a quello dei Paesi in via di sviluppo che a quello dei Paesi avanzati. Siamo al 55° posto su 180 nella graduatoria del livello di corruzione percepita, lontanissimi da Germania (7° posto), Regno Unito (9°) e Francia (11°).

Il bullismo visto dai genitori. Secondo un’indagine del Censis, il 22,3% delle famiglie denuncia frequenti atti di bullismo nelle classi frequentate dai figli, il 27,6% episodi isolati, mentre il 50,1% non rileva il problema. Nel 28,7% dei casi i genitori segnalano offese ripetute ai danni dell’alunno, nel 25,9% scherzi pesanti e umiliazioni, nel 24,6% episodi di isolamento, nel 21,7% botte, calci e pugni. I furti di oggetti personali si verificano nel 21,4% delle classi. Le famiglie non imputano alla scuola e agli insegnanti la responsabilità degli atti di intimidazione e violenza che si verificano, perché sono consapevoli dell’insufficienza degli strumenti a disposizione della scuola per contrastare il fenomeno, tant’è che richiedono la presenza di figure professionali specifiche e il ricorso a sanzioni disciplinari più severe.

Il rischio di disperdere l’integrazione degli immigrati nella scuola. Circa un terzo dei docenti della scuola dell’obbligo dichiara di operare in realtà scolastiche in cui esistono specifiche modalità di rapporto con le famiglie degli alunni di origine immigrata: per il 36,2% la scuola si adopera per un coinvolgimento dei genitori nella scelta della classe in cui inserire il minore, per il 33,6% c’è la predisposizione da parte della scuola di fogli informativi plurilingue, per il 31,6% ci sono attività didattico-culturali dedicate alle famiglie straniere, per il 27,1% la scuola si attiva per coinvolgere le famiglie di immigrati già iscritti come tutor per agevolare i rapporti con i nuovi arrivati e le loro famiglie. Quasi la metà delle scuole (49,8%) si avvale della figura del mediatore linguistico-culturale nella fase di accoglienza del bambino e della famiglia straniera. Di fronte alle carenze dell'istituzione scolastica, in alcuni casi è il singolo docente a sopperire con la propria iniziativa personale: il 52,9% dei docenti dichiara di attivarsi autonomamente per coinvolgere la famiglia nel percorso formativo del minore.

Matrimoni misti: luci e ombre di un fenomeno emergente. Nell’arco di un decennio i matrimoni con almeno un coniuge straniero sono triplicati, passando dagli 11.993 del 1996 agli attuali 34.439, pari al 14% del totale dei matrimoni celebrati in Italia. I matrimoni misti, ovvero tra un cittadino italiano e uno con cittadinanza estera, sono 24.020 (19.029 con sposo italiano, 4.991 con sposa italiana), cioè il 9,8% del totale dei matrimoni registrati. Ma le coppie miste vanno incontro alla separazione più precocemente delle altre (la durata media della convivenza coniugale è di 9 anni contro i 14 degli italiani). Inoltre, tra il 2001 e il 2006 si registra una crescita del 42% nel numero delle separazioni delle coppie miste, mentre per le coppie con stessa cittadinanza l’aumento è del 3,2%.

 

5 Dicembre 2008