I risultati in pillole

La radiovisione c’è ed è in sintonia con le abitudini e gli stili di vita degli italiani

Oltre 4 milioni di italiani seguono ogni giorno la radiovisione dagli schermi televisivi, in crescita del 4,7% nel primo semestre del 2021 rispetto allo stesso periodo del 2019. Ma gli italiani a cui è capitato, anche saltuariamente di vedere la radio in Tv sono molti di più e superano gli 11 milioni e quelli che seguono i programmi radio da device diversi da quelli tradizionali sono più di 19 milioni. Durante l’ultimo anno e mezzo di pandemia oltre 5 milioni di italiani hanno scoperto per la prima volta la radiovisione sugli schermi televisivi. Un risultato niente affatto scontato.

La radiovisione combina la modernità della fruizione con la tradizione dei contenuti

Con la radiovisione la radio è stata capace di trasformarsi e di diventare un new media, senza perdere la sua riconoscibilità e la sua vocazione originaria. Lo sanno bene gli italiani che nell’81,4% dei casi sono convinti che la radiovisione sia un nuovo media che combina i contenuti della radio con le infinite possibilità di visione e di ascolto, dal vivo e in diretta.

Il valore della radio: credibilità e affidabilità delle notizie

L’81,7% degli italiani ritiene che il successo dei programmi radiofonici sia dato dalla credibilità ed affidabilità dei loro contenuti. Le notizie che interessano di più gli utenti sono quelle di politica nazionale, seguite dal 40,1% dei radioascoltatori. Al secondo posto, in forte crescita nell’anno della pandemia, sono la scienza, la medicina e la tecnologia, che catturano l’interesse del 34,9% degli utenti; seguono stili di vita, viaggi e cucina (28,8%), cronaca nera (27,9%), sport (26,7%) e cultura e spettacoli (25,8%).

I programmi e i contenuti radiofonici sono usciti bene dalla infodemia comunicativa scatenata dal Covid 19, con l’82,6% degli italiani che dichiara che nell’ultimo anno la propria fiducia nella radio è rimasta invariata, mentre per il 6,1% è aumentata.

Il gender gap degli interessi

Vi sono forti differenziazioni nei gusti dei radioascoltatori legati al genere: gli uomini esprimono interesse soprattutto per la politica nazionale (45,5% del totale contro il 34,4% delle donne), per lo sport (45,4% contro il 7,2% delle donne) e per l’economia (23,2% di molto interessati contro il 9,9% delle donne); le donne, invece, sono particolarmente attratte dalle notizie che riguardano stili di vita, viaggi e cucina (40,5% contro il 17,5% degli uomini), dalla cultura e spettacolo (il 33,8% è molto interessata contro il 18,1% degli uomini) e da gossip e cronaca rosa (28,8% di donne contro il 6,2% degli uomini). Unici generi che sembrano mettere d’accordo le due metà sono la cronaca nera e la scienza, medicina e tecnologia.

Il valore aggiunto della radio rispetto alle piattaforme: contenuti, redazione e programmazione live

Il 90,1% degli italiani è convinto che ci sia differenza tra i programmi e i contenuti radio, che sono offerti all’interno di un palinsesto che si realizza, giorno dopo giorno, grazie alle redazioni fatte di professionisti che vi lavorano, e le piattaforme on demand che offrono esclusivamente playlist di musica personalizzata.

Un altro valore aggiunto della radio è la diretta: secondo l’85,2% della popolazione il live favorisce una forte interazione social con il proprio pubblico.

Lunga vita alla radio che non teme le piattaforme digitali

L’offerta on demand rappresenta oggi la nuova frontiera, che si va ad aggiungere nella piattaforma dell’offerta alle altre modalità di visione e di ascolto.

Il 63,1% degli italiani è convinto che il futuro della radio non siano le piattaforme di musica a pagamento che offrono lo streaming on demand di brani musicali selezionati in base ai gusti dell’utente, con percentuali che superano il 50% anche tra i più giovani.