L’Italia multiscreen del post pandemia

Per il quarto anno consecutivo il Rapporto Auditel-Censis utilizza i dati della Rilevazione di base Auditel per fornire una nitida fotografia di quanto sta accadendo nella società e nelle case delle famiglie italiane e di come questo si rifletta su dotazioni di device, connessioni e consumi mediatici.

Già lo scorso anno evidenziammo come gli italiani, costretti in casa e di fronte all’esigenza di mantenere quanto più possibile inalterata la propria quotidianità, avessero accettato le sfide imposte dalla pandemia, accelerando processi di digitalizzazione che procedevano con lentezza da decenni e organizzandosi in breve tempo per mantenere a distanza le attività che sino a quel momento avevano svolto in presenza, prime tra tutte quelle di studio e di lavoro.

L’esperienza digitale di massa innescata dalla pandemia ha mostrato ancora una volta la grande capacità di adattamento degli italiani, che hanno reagito al virus cimentandosi con le nuove tecnologie e con le attività a distanza, e apprezzandone anche il valore e gli effetti positivi.

Ma il digitale di massa non ha significato solo lo spostamento on line di attività che prima erano svolte in presenza: la diffusione del digitale ha impattato fortemente sulle vite di ognuno e sulla società; ha cambiato abitudini, comportamenti, modi di pensare, stili di vita; ha influito sul sistema di relazioni; ha ridefinito la quotidianità della vita di ognuno.

I dati della Rilevazione di base Auditel certificano quanto accaduto all’interno del corpo sociale, e confermano che la digital life non è un modo di vivere e di pensare circoscritto a millennials e generazione Z, ma è fenomeno strutturale, che coinvolge tutti gli italiani, destinato a restare e ad incrementare qualità della vita e benessere di tutti.

La vita spostata all’improvviso all’interno delle mura domestiche ha determinato una forte domanda di dotazioni tecnologiche e di connessioni: gli schermi all’interno delle abitazioni sono 119 milioni e 400.000 (+6,2% negli ultimi due anni), le famiglie che hanno la connessione ad internet sono il 90,2% del totale (+3,6% dal 2019 ad oggi) e quelle che possiedono una connessione sia domestica che mobile sono il 59,4% (+6,2%).

Degli schermi non si può più fare a meno, in casa e fuori. Televisioni, anzi, Smart tv e smartphone guidano la corsa degli italiani verso la digitalizzazione e verso il nuovo modo di fruire di contenuti audio e video, con la Smart tv a casa e con lo smartphone in tasca.

Crescono le Smart Tv, che nel 2021 hanno superato quota 15 milioni e rispondono alle nuove modalità di fruizione che si stanno affermando e alle necessità imposte dal passaggio al Digitale terrestre di seconda generazione.

E crescono anche gli smartphone, che sono oltre 48 milioni, e rappresentano lo strumento che meglio si adatta alle nuove modalità di visione e di ascolto on demand, in ogni luogo e in ogni momento della giornata.

La pandemia ha fatto decollare dotazioni e connessioni digitali, ma ha anche ridato forza e significato alla televisione per la sua capacità di fare informazione e intrattenimento di qualità, e alla Smart Tv come strumento per la costruzione di un palinsesto personalizzato e porta di accesso ad internet.

Più tempo dentro casa ha significato anche più tempo trascorso davanti al televisore e agli altri schermi per soddisfare crescenti bisogni di informazione e di intrattenimento. I dati sugli ascolti certificano una crescita di audience e di tempo dedicato alla visione della tv lineare e in streaming.

La televisione resta, ma cambiano le modalità di fruizione dei contenuti audio e video, sempre più individualizzate, on demand, con la costruzione da parte di ciascun componente del nucleo famigliare di un proprio palinsesto fatto della combinazione di contenuti diversi su schermi diversi, in luoghi diversi.

Oltre 7 milioni di italiani guardano su internet i programmi televisivi che sono in onda in contemporanea sulla tv lineare e 4,2 milioni lo fanno utilizzando lo smartphone.  24 milioni si collegano ad internet e utilizzano applicazioni specifiche, gratuite o a pagamento, per guardare contenuti/filmati/ programmi e 16 milioni e 600.000 individui lo fanno spesso.

Tutti dati che fotografano un percorso positivo e in progress che coinvolge la maggioranza degli italiani, ma che lascia ancora indietro milioni di famiglie che sono rimaste fuori dalla digital life perché non sono connesse, perché non hanno dotazioni e connessioni sufficienti o perché non possiedono le competenze di base necessarie per accedere alla nuova quotidianità. 

Ci sono ancora oltre due milioni di famiglie, il 9,8% del totale, che non sono connesse; a queste si aggiungono più di 7 milioni di famiglie, il 29,9% del totale, che hanno solo la linea mobile, e 5 milioni di nuclei famigliari che si collegano solo da smartphone, un dispositivo che, evidentemente, non è in grado di supportare a sufficienza le nuove modalità di studio, di lavoro, di vita che si stanno affermando. Tra di loro ci sono soprattutto famiglie composte di soli anziani e famiglie che si trovano in una condizione di forte precarietà socioeconomica, che spesso combinano la mancanza di risorse materiali con la carenza di cultura e di abilità digitali.

La velocità con cui la vita digitale è diventata vita quotidiana impone uno sforzo per colmare gap, deficit, ritardi e per evitare che si determini un ulteriore elemento di distanziamento all’interno della società italiana tra chi è dentro e chi è fuori della nuova normalità.

Ecco che allora il televisore ‒ o meglio la Smart Tv ‒, può diventare elemento di democratizzazione e di inclusione nel digitale per una quota di famiglie italiane che non possiedono altri device, ovvero trasformarsi in ulteriore fattore di isolamento per quelle famiglie italiane che senza la tv smart potrebbero essere escluse anche dalla possibilità di ricevere i canali del nuovo digitale terrestre.

Il testo che si presenta nelle pagine che seguono si articola in 4 capitoli: nei primi tre si descrive la nuova Italia multiscreen del post pandemia, sia dal punto di vista delle dotazioni che delle fruizioni individuali, e il ruolo che mantiene la televisione nella sua versione Smart, come device capace di rispondere alle esigenze di visione e di ascolto di un Paese che corre verso la digitalizzazione. Il quarto capitolo “sfrutta” i dati della Rilevazione di base per trarne alcune considerazioni sui giovani e sulla società italiana. Il testo si presenta come segue:

  • 1. La quotidianità digitale: lievitano device e connessioni. La vita digitale è diventata una realtà da cui non si tornerà più indietro. Durante la pandemia è partita la corsa di milioni di italiani verso le dotazioni e le connessioni più affidabili, sono cresciuti tutti i device, ma soprattutto smartphone e Smart tv. Quanti sono gli italiani che hanno smartphone, Smart Tv, pc e tablet, quanti sono connessi, quanti hanno la banda larga, quanti la linea fissa. Quanti sono rimasti indietro e rischiano di rimanere fuori dalla nuova quotidianità digitale.

 

  • 2. La televisione protagonista della quotidianità digitale. La pandemia ha fatto decollare dotazioni e connessioni digitali, ma ha anche ridato forza e significato alla televisione per la sua capacità di fare informazione e intrattenimento di qualità, e alla Smart Tv come porta di accesso ad internet e strumento per la costruzione di un palinsesto personalizzato. Quante sono le televisioni nelle case degli italiani, qual è la situazione del “parco macchine” disponibile, quali sono le potenzialità delle Smart Tv di condurre italiani che non sono connessi all’interno della vita digitale.

 

  • 3. Fruizioni e consumi: individuali e personalizzati. La vita digitale spinge in avanti le fruizioni individuali e i consumi mediatici personalizzati allargando la platea dei connessi e di quelli che seguono su internet programmi televisivi e altri contenuti video. Quanti sono gli italiani che si collegano ad internet, quale è la partecipazione dei minori al web, quali sono gli ingredienti del palinsesto iperpersonalizzato.

 

  • 4. La società attraverso la Rilevazione di base Auditel. Next generation in via di estinzione. I giovani in Italia sono pochi, troppo pochi per garantire un futuro al Paese e, soprattutto, sono quelli che più stanno soffrendo delle conseguenze della pandemia perché hanno perso il lavoro, si sono impoveriti e hanno sofferto del deficit imposto di relazionalità. Quanti sono i giovani e le famiglie composte di giovani e quali sono le loro caratteristiche.