Considerazioni di sintesi

La prima rilevazione presso gli associati Assindatcolf ha individuato un campione di famiglie le cui caratteristiche principali sono date da una prevalenza di coppie con figli (47,5% sul totale), da una percentuale dei rispondenti per il 50% con età superiore ai 60 anni e per il 70% costituito da donne. Marcata l’incidenza, fra le persone più anziane, di chi vive da solo (il 57,0% sul totale degli over 75).

I temi sottoposti alle valutazioni delle famiglie hanno riguardato, in particolare:

  • il carico di lavoro sostenuto dalle famiglie, con l’obiettivo di identificare l’area di potenziale domanda che può scaturire da una situazione in cui il lavoro a casa e il lavoro fuori casa possono pesare sulle stesse persone;
  • l’andamento di alcuni aspetti come la salute personale e l’accesso ai servizi per la famiglia nel corso della pandemia;
  • l’azione di verifica del Green Pass da parte delle famiglie associate nei confronti delle persone con le quali intrattengono rapporti di lavoro domestico.

Fra i tanti risultati delle analisi, ciò che emerge in maniera più netta può essere sintetizzato nei seguenti punti.

  • La conferma di un maggior carico di lavoro svolto per la famiglia da parte delle donne: l’86,4% sul totale delle donne che hanno partecipato alla rilevazione svolge attività per la famiglia, il 23,9% è impegnata per oltre 24 ore la settimana; per quanto riguarda gli uomini che svolgono attività domestica, la percentuale è del 74,1% sul totale; l’11,5% è impegnato per più di 24 ore la settimana.
  • La partecipazione piuttosto estesa al lavoro fuori casa per entrambi i generi:  il 58,7% delle donne del campione si dichiara occupata e il 17,4% con orari di lavoro anche superiori alle 40 ore settimanali; su 100 uomini il 57,8% è occupato e il 28,1% afferma di lavorare oltre 40 ore la settimana.
  • Un impegno rilevante nelle attività domestiche e familiari si riscontra anche fra le persone più anziane (il 56,9% degli over 75 svolge attività domestiche e familiari, l’83,6% fra chi ha un’età compresa fra i 61 e i 75 anni).
  • Una sovrapposizione fra lavoro domestico e fuori casa altrettanto importante: fatto 100 il totale del campione, solo 11 non lavorano, né sono impegnati in attività domestiche e familiari, 17 pur lavorando almeno 33 ore la settimana, sono impegnati per almeno 15 ore in attività domestiche e familiari, sempre nell’arco della settimana; di questi, 7 sono impegnati per oltre 24 ore.
  • Rispetto alla “qualità” dell’impegno, e in coerenza con una minore esposizione degli uomini alle attività domestiche e familiari, la fatica nello svolgimento di queste attività è percepita in maniera più evidente dalle donne: “molto faticose” per 10 donne su 100 e “abbastanza faticose” per 62 donne su 100. Di contro, il 3,6% degli uomini considera queste attività “molto faticose”, il 47,8% “abbastanza faticose”.
  • Per gli uomini il lavoro fuori casa è “abbastanza faticoso” per il 57,2% e per il 16,7% “molto faticoso”. Per le donne si contano quasi otto punti in più, rispetto agli uomini, fra chi lo considera “abbastanza faticoso” (65,1%); il 17,6% lo giudica “molto faticoso”.
  • Nella stagione della pandemia, il 26,3% delle famiglie ha visto deteriorarsi il proprio stato di salute e il 33,1% ha lamentato un peggioramento nella possibilità di accedere ai servizi per la famiglia. Percentuali più alte, in entrambi i casi, si riscontrano fra le persone sole e fra gli over 75. Per quanto riguarda i servizi alle famiglie, sono soprattutto i monogenitori con figli a riscontrare un peggioramento (38,2%).
  • Ampia la diffusione della vaccinazione presso i lavoratori domestici, mentre prevale estesamente l’accettazione dell’attività di verifica del Green Pass da parte delle famiglie: il 94,8% delle famiglie ha dichiarato che i propri lavoratori hanno il Green Pass e solo il 3,3% ha affermato il contrario, mentre meno dell’1% ha dichiarato di non saperlo; il 72,9% ha dichiarato di svolgere la verifica della certificazione verde senza alcuna difficoltà e di ritenerla, per di più, necessaria.
  • All’opposto, l’area della “resistenza” all’uso e al controllo del Green Pass da parte del datore di lavoro è circoscritta a poco più del 20% del campione, di cui la maggior parte considera inutile la verifica, data la conoscenza a priori della condizione sanitaria del domestico e la fiducia nei confronti dello stesso (15,3%); il 6,9% ritiene inutile questo compito di controllo, l’ennesimo di una serie di incombenze che gravano sulle famiglie.