Rapporto Lottomatica-Censis sul gioco legale

Giocare senza rischi è possibile

Raccontare il valore sociale ed economico del gioco legale: ecco, in estrema sintesi, l’obiettivo del presente progetto. Infatti, troppo spesso il gioco, pratica umana antica e consueta, esito di stimoli diversificati, viene identificato con la sua versione patologica e ridotto ad impulso incontrollabile.

Di conseguenza viene sottaciuto che il sistema del gioco legale è un settore economico con imprese, occupati e proventi fiscali per la collettività, un universo altamente regolato dallo Stato e gestito da concessionari, cioè gruppi imprenditoriali affidabili, verificati e capaci. E viene anche misconosciuta l’essenza della sua funzione sociale: l’essere il nemico più irriducibile del gioco illegale, di solito controllato dalla criminalità.

Le prolungate chiusure del periodo pandemico, che hanno duramente colpito l’economia del gioco legale, ne hanno quasi paradossalmente evidenziato il valore sociale.

Ecco perché è tempo di valutare con attenzione estrema ruolo e funzione reale del sistema del gioco legale, che è ben altro dalle rappresentazioni semplicistiche e demonizzanti che sono alla base di un’autolesionistica cultura proibizionista.

Chi gioca legale

Nell’ultimo anno, il 37,8% degli italiani ha giocato a uno o più giochi legali tra lotto, lotteria, superenalotto, scommesse sportive, ippiche, Bingo, giochi online, slot machine (tab. 1).

19 milioni di persone che nel periodo pandemico hanno giocato legalmente sono la migliore certificazione che il gioco è un’attività praticabile in modo responsabile, contenuto e sano.

La scelta di giocare è trasversale ai gruppi sociali e territori con qualche differenza da notare: infatti, giocano gli alti redditi (42,9%) come quelli bassi (35,2%), gli adulti (45,4%) come i giovani (45,2%) ma un po’ meno gli anziani (18%), i residenti nel Sud e Isole (42,4%) come quelli nel Nord Ovest (36,6%), nel Nord Est (31,8%) e nel Centro (37,4%). Un fenomeno di massa consueto e ordinario, componente basic dello stile di vita degli italiani.

 

Stato e concessionari sono decisivi

Le opinioni degli italiani riflettono il valore sociale del gioco legale percepito dai cittadini: consentire alla umanissima voglia di giocare delle persone di realizzarsi in contesti di gioco resi sicuri dalle leggi dello Stato e dal buon operato dei concessionari, che rappresentano un fattore di tranquillità per i giocatori e un argine colossale alla criminalità.

Infatti, l’83,6% degli italiani è convinto che lo Stato deve regolare e gestire il gioco legale a tutela del consumatore e della collettività (fig. 1). E per il 66,8% (è il 71,3% tra i laureati, il 73,4% degli alti redditi) il gioco legale, regolato e gestito dallo Stato, è il vero argine contro il gioco illegale gestito dalla criminalità (tab. 2). L’81,7% (l’83,6% tra i laureati, l’85,7% nel Nord Est) è poi convinto che sia compito dello Stato sensibilizzare e informare sui rischi di dipendenza dal gioco, lasciando però alla libera scelta individuale la decisione se giocare o meno (tab. 3).

Per i cittadini è poi decisiva la qualità e l’affidabilità dei concessionari autorizzati dallo Stato: lo pensa il 71,2%, che diventa il 78,4% tra i laureati (fig. 2).

Proibizionismo inutile contro il gioco illegale

La lotta al gioco illegale per gli italiani non si fa con soluzioni proibizioniste che penalizzano il gioco legale: infatti, per il 59,8% degli italiani (il 63,4% tra i laureati e il 63,8% tra i giovani) limitare il gioco legale farebbe lievitare il numero di giocatori illegali, con vantaggi per la criminalità (tab. 4).

È una minoranza del 28,9% a pensare che il divieto di giocare tout court ridurrebbe il numero di giocatori, con vantaggi per la salute pubblica e la collettività, mentre l’11,3% non ha una opinione precisa sul tema.

Vietare il gioco tout court per gli italiani è una scelta inefficace ed autolesionista.

 

 

Il valore economico del settore

300 concessionari autorizzati dallo Stato, 3.200 imprese di gestione che, per conto dei concessionari, si occupano del coordinamento del gioco pubblico sul territorio, 80mila punti vendita tra bar, tabacchi, esercizi pubblici che consentono l’accesso ai cittadini ad uno o più tipologie di gioco legale, 150mila occupati diretti e indiretti nel settore (tab. 5).

Ecco alcuni numeri che esprimono il valore economico del gioco legale che, nella filiera diretta, si compone di 8.271 imprese, con circa 40mila addetti ed un fatturato annuale di 14 miliardi di euro.

 

Effetto Covid-19: tra colpo economico e boom digitale

Nel 2020 la raccolta complessiva del settore è stata di 88,4 miliardi di euro, di cui 75,4 miliardi tornati ai giocatori nella forma di vincite (85,3%). Circa 13 miliardi di euro è la spesa effettiva sostenuta, distribuita tra erario (circa 7 miliardi di euro) e ricavi delle imprese (circa 6 miliardi di euro). Il confronto con il 2019 rende evidente il colpo subito dal settore con l’emergenza sanitaria: infatti, la raccolta complessiva segna -22,2 miliardi di euro (-20%), le vincite -15,7 miliardi di euro (-17,2%), l’erario -4,1 miliardi (-36,3%), i ricavi delle imprese del settore -2,3 miliardi di euro (-28,9%). Tagli che hanno avuto ricadute su chi lavora nel settore, visto che 1.600 sale giochi e sale scommesse non hanno riaperto dopo le chiusure del 2020 e rischiano di non riaprire.

In linea con l’ascesa del digitale nella società italiana, nel 2020 c’è stato anche il boom del gioco a distanza. Infatti (fig. 3): - la raccolta a distanza è stata di 49,2 miliardi di euro, +12,8 miliardi di euro rispetto al 2019 (+35,3%); - quella fisica si è fermata a 39,1 miliardi di euro (-35 miliardi di euro rispetto al 2019, -47,2%).

In 10 anni, l’incidenza della raccolta a distanza su quella complessiva è passata dal 7,2% del 2010 al 56% del 2020 (fig. 4).

Meno gioco legale più gioco illegale: equazione confermata

L’esperienza pandemica conferma il nesso tra caduta del gioco legale e decollo di quello illegale controllato dalla criminalità.

Infatti, se nel 2019 il valore del gioco illegale era stimato in circa 12 miliardi di euro, nel 2020 è salito a 18 miliardi (+50%) e nel 2021 rischia di andare oltre i 20 miliardi di euro. Ulteriori segnali della crescita del gioco illegale vengono dalle operazioni di contrasto delle forze dell’ordine: tra inizio del 2020 e aprile 2021 ogni 3 giorni è stata scoperta una sala clandestina, 145 sono le inchieste condotte dalle forze dell’ordine, 1.000 le persone denunciate (493 nel 2019).

Ludopatie: capirle per agire bene

Molto si è parlato nel tempo di ludopatia, meno è stato fatto per dotarsi di strumenti di conoscenza puntuale e per l’attivazione di un sistema integrato, sanitario e di comunità, di contrasto.

Prioritaria è pertanto l’attivazione di un sistema di prevenzione e riabilitazione molto personalizzato, che consenta di individuare precocemente i rischi e attivare tempestivamente soluzioni modulate sul singolo caso.

Vietare il gioco tout court resta una pericolosa scorciatoia, che favorisce il gioco illegale, clandestinizza i giocatori compulsivi lasciandoli soli di fronte ai problemi e, in ultima analisi, poco fa per combattere efficacemente il costo sociale e umano delle ludopatie.