Dotazioni e utilizzi: che cosa è successo nell’ultimo anno

Il sorpasso degli smartphone e la crescita delle smart Tv

Complessivamente nel 2018 nelle case degli italiani ci sono 111 milioni e 800.000 device, cresciuti dello 0,5% rispetto al 2017: come dire che in un anno gli schermi nelle case sono 600.000 in più e che ogni famiglia ha una media di 4,6 device a disposizione (tab. 27).

La crescita non riguarda però tutti i media, e il 2018 sarà ricordato come l’anno in cui gli smartphone hanno superato i televisori.

Oggi nelle case degli italiani ci sono 43 milioni e 600.000 smartphone, in crescita dell’1,7% rispetto allo scorso anno, e 42 milioni e 300.000 televisori, diminuiti di 400.000 unità rispetto allo scorso anno. Diminuiscono anche pc fissi e portatili collegati a internet e restano al palo i tablet, che sono sette milioni, diminuiscono del 4,9% in un anno, e che, evidentemente, non riescono a contrastare la concorrenza nel prezzo e nelle funzioni che esercitano nei loro confronti gli smartphone da un lato e i pc portatili dall’altro.

Fanno un vero e proprio balzo in avanti gli schermi che integrano contenuti televisivi con il web: tra smart Tv e schermi televisivi collegati ad internet grazie  a dispositivi esterni ce ne sono sei milioni e 500.000 effettivamente collegati, in crescita del 20,6% rispetto allo scorso anno.

È vero che nell’ultimo anno diminuisce il numero complessivo di televisori presenti nelle case degli italiani, ma aumenta il numero di famiglie che hanno in casa almeno un televisore.

Nel 2018 i televisori in dotazione sono complessivamente 42 milioni e 300.000, e le famiglie che ne hanno almeno uno sono il 97,7% del totale delle famiglie italiane, per una media di 1,7 televisori presenti in ciascuna abitazione.

Nel 2017 i televisori erano 42 milioni e 700.000, ma le famiglie che ne avevano almeno uno erano il 97,1% del totale, per una media di 1,8 televisori per famiglia (tab. 28).

Anche se in leggera diminuzione, le nostre case rimangono comunque piene di televisori: il 42,3% delle famiglie ne ha uno, il 39,1% ne ha due e il 16,3% delle famiglie ne possiede più di due. Sono proprio queste ultime a diminuire, testimoniando come siano i nuclei famigliari più numerosi e più abbienti che rinunciano ai tanti apparecchi televisivi per orientarsi verso un mix di device che consentano una fruizione quanto più ampia e personalizzata possibile dei contenuti di comunicazione.

Ai televisori tradizionali vanno affiancate le smart Tv, che consentono di fruire dei contenuti televisivi trasmessi su canali tradizionali e insieme di collegarsi al web integrandone le funzioni e creandosi un proprio palinsesto personalizzato.

La smart Tv rappresenta la discendente naturale della Tv tradizionale, in grado di combinare la scelta personalizzata dei contenuti web con fruizione collettiva dei programmi e di costituire, almeno in parte, un antidoto alle derive individualizzanti che viaggiano attraverso i device mobili e, soprattutto agli smartphone.

Le smart Tv sono in crescita: oggi il 27,5% delle famiglie italiane possiede almeno un apparecchio Tv smart, per un totale di otto milioni di smart Tv presenti nelle abitazioni: rispetto allo scorso anno le famiglie che hanno una televisione che si può collegare con il web sono cresciute dell’6,6%, mentre gli apparecchi smart sono il 7,2% in più (tab.29).  Rimangono ancora molto elevate le potenzialità di crescita di questo nuovo medium, considerando che solo il 16,4% delle famiglie collega la propria smart Tv a internet sfruttandone appieno il potenziale di integrazione con gli altri media, mentre gli altri nuclei le utilizzano  nella modalità tradizionale.  Il risultato è che ci sono 3,2 milioni di smart Tv che sono già nelle case e sono pronte a essere collegate. Nell’ultimo anno cresce sia il numero di smart Tv collegate (+24,5%), sia le famiglie che ne possiedono almeno una collegata (+23,5%).

Dunque alla televisione non si rinuncia, e quando se ne deve acquistare una nuova, nella totalità dei casi si tratta di una smart Tv.

A tutto questo si aggiunge che il 17,4% delle famiglie italiane si è dotato di dispositivi che consentono di collegare un apparecchio tradizionale al web, per un totale di quattro milioni e 600.000 dispositivi che consentono di connettersi.

Complessivamente la dotazione di apparecchi smart e dispositivi esterni nelle case degli italiani è di dieci milioni e 400.000: di questi, sei milioni e 500.000 sono effettivamente utilizzati, per un totale del 22,3% di famiglie italiane in possesso di smart Tv collegata o che utilizza la televisione tradizionale in chiave smart.

Per quanto riguarda la dotazione di device, mobili e fissi, collegati e non, nell’ultimo anno si ha che:

- aumentano i computer mobili, che nel 2018 sono quattordici milioni e 600.000, e crescono anche le famiglie che ne hanno almeno uno, che sono il 48,4% del totale (tab. 30);

- rimane fermo a cinque milioni e 700.000 il numero di computer fissi presenti nelle case degli italiani, ma si riduce la quota di famiglie che ne possiede almeno uno (era il 22,1% del totale nel 2017, è il 21,6% nel 2018);

-  i tablet si riducono a 7 milioni (erano 7 milioni e 400 mila nel 2017) e diminuisce il numero delle famiglie che ne possiedono almeno uno (era il 26,4% del totale nel 2017, è il 24,3% nel 2018). 

Ad internet non si rinuncia, e crescono decisamente le famiglie che hanno la possibilità di collegarsi da casa: nel 2018 sono l’84,5% del totale, erano l’82,2% l’anno precedente. L’aumento è il risultato della crescita sia di chi ha sia la connessione domestica che la connessione mobile (49,0% del totale), sia di chi ha solo la connessione domestica (2,2% delle famiglie), sia - soprattutto - di chi ha solo la connessione mobile (33,4%) (tab. 31).

Gli ingredienti del palinsesto personalizzato

Moltiplicare i device significa anche moltiplicare e differenziare le possibilità e le modalità di fruire di contenuti di comunicazione, migrando tra uno schermo e l’altro, in visioni che avvengono da soli, in compagnia, in soggiorno, nella camera da letto, spesso in contemporanea su più schermi e più programmi.

Diffusione della banda larga, moltiplicazione dei media su cui è possibile vedere contenuti televisivi live, possibilità di visionare i programmi televisivi  per singoli spezzoni, moltiplicazione dei canali televisivi on-demand e a pagamento sono gli ingredienti su cui si basa la possibilità di intervenire personalmente nella costruzione del palinsesto televisivo da parte di un numero sempre maggiore di italiani. Un palinsesto che sempre più spesso prevede il passaggio e l’ibridazione tra dispositivi diversi, piattaforme diverse, programmi diversi.

Le interviste al capofamiglia e ai diversi componenti del nucleo famigliare permettono di comprendere quali sono gli effettivi utilizzi dei device e delle soluzioni tecnologiche presenti in casa.

Il mezzo che di gran lunga è più utilizzato per collegarsi ad internet da casa è lo smartphone con cui nel 2018 si è collegato il 71,5% degli italiani, segue il pc portatile (che il 38,4% degli italiani utilizza per collegarsi al web), il tablet (18,7%), il pc fisso (17,6%) e la console giochi (6,7%) (fig.3).

Di pari passo con l’aumento dei device e delle connessioni è cresciuta l’offerta di programmi televisivi che si possono vedere su internet e aumentano gli italiani che praticano la Total audience, guardando i programmi su supporti digitali, che si integrano con il televisore, compresi gli apparecchi digitali come computer  e tablet.

Sono cinque milioni e 700.000 (il 9,7% della popolazione con più di quattro anni) gli italiani che guardano i programmi televisivi che contemporaneamente si possono vedere sul televisore collegandosi ad internet da device fissi o mobili. Lo scorso anno erano cinque milioni e 300.000, e sono aumentati del 6,3% (tab.32). Questa crescita è tutta da attribuirsi alla visione su smartphone: sono tre milioni e 100.000 gli italiani che utilizzano lo smartphone per seguire la programmazione televisiva tramite siti web o applicazioni/programmi per smartphone, due milioni e 400.000 seguono i programmi televisivi con il pc e un milione e 300.000 utilizza il tablet.

Proprio in considerazione della crescita della fruizione di programmi televisivi con modalità e da supporti diversi dagli apparecchi televisivi tradizionali, a partire da dicembre 2018 vengono rilevati da Auditel anche gli ascolti, live e on demand, sugli altri device fissi e mobili in dotazione degli italiani: smart Tv, personal computer, smartphone, tablet e game console, ottenendo informazioni sul totale degli ascolti. Presumibilmente questo cambiamento inciderà fortemente sullo share di quei programmi che hanno un pubblico composto principalmente di adolescenti e giovani, che sono quelli che più sfruttano le potenzialità televisive dei piccoli schermi portatili. Tra i minori di età compresa tra gli 11 e i 17 anni la quota di quelli che seguono la programmazione su device digitali sale al 18,4%, e tra i millennials in età compresa tra i 18 e i 34 anni al 20,5% (tab.33). Inoltre, il 72,9% dei minori che si connettono ad internet per seguire la programmazione televisiva tramite siti web o applicazioni utilizza come schermo lo smartphone.

Attenzione però: la moltiplicazione dei canali, dei media, dei format non premia tutti: tre milioni e 400.000  italiani utilizzano internet per scaricare filmati o video, e sono in forte diminuzione rispetto ai quattro milioni e 400.000 dello scorso anno (tab.34). Diminuiscono anche gli italiani che utilizzano internet per guardare contenuti non televisivi quali audiovisivi di utenti privati, programmi o film che non sono trasmessi in Tv o contenuti on demand di siti televisivi: erano più di nove milioni e 400.000 nel 2017, sono diventati sette milioni e 700.000 nel 2018.

Infine si riducono anche gli spettatori che guardano programmi televisivi tramite collegamento ad internet utilizzando servizi/siti specifici, che sono anche i più numerosi: quindici milioni e 400.000 nel 2018, pari al 26,2% degli italiani che hanno più di quattro anni, contro i quindici milioni e 800.000 del 2017. In questo caso, considerando l’estrema frammentazione e articolazione dell’offerta, c’è chi sale e chi scende.