Immaginare il futuro, investire nello sviluppo

Questo, lo spirito che guida le attività di analisi pubblicate nei rapporti di ricerca realizzati da Aipb in collaborazione con il Censis.

“Immaginare il futuro” è un esercizio senza dubbio appassionante, che prende forma dalla volontà di Aipb di essere promotore – ma anche ispiratore – dell’evoluzione, della reputazione e del ruolo sociale del settore della gestione dei grandi patrimoni familiari. Allo stesso tempo, però, è importante anche “investire nello sviluppo”. In quest’ottica, la crescita del Paese e i modi per sostenerla da parte della industria del Private Banking rimangono l’obiettivo delle analisi. Mentre il rapporto dell’anno scorso poneva sotto i riflettori il mondo delle Piccole e Medie Imprese, asse portante della crescita economica del Paese, quest’anno il tema centrale sono le infrastrutture, asse portante dello sviluppo del Paese.

Un settore molto discusso, la cui reputazione sembra patire molto di più le inefficienze e gli scandali, di quanto riesca a beneficiare delle eccellenze italiane in questo campo. Un solo punto mette tutti d’accordo: le infrastrutture sono necessarie.

Le elevate disponibilità finanziarie e gli ampi spazi di diversificazione – anche temporale - della clientela del Private Banking potrebbero essere un bacino interessante per dare più forza al settore delle infrastrutture, in costante richiesta di capitali per finanziarne le opere. Dall’indagine è emerso che, fra gli intervistati, vi è una percentuale non trascurabile di clienti Private potenzialmente interessata a investire in infrastrutture e opere pubbliche in Italia.

Esistono tuttavia dei “MA” importanti, che andrebbero affrontati sinergicamente fra i vari attori coinvolti.

Da parte sua, l’industria del Private Banking può agire direttamente, elevando la qualità della consulenza dei banker, che devono acquisire competenze specifiche nelle infrastrutture per poter valutare l’appropriatezza e l’adeguatezza per il cliente di eventuali investimenti in questo settore.

Tuttavia, il valore di una consulenza di qualità è tanto maggiore, quanto è maggiore il grado di consapevolezza di un cliente nelle sue scelte di investimento. Massimizzarlo richiede necessariamente anche uno sforzo finalizzato alla crescita della cultura finanziaria degli investitori privati.

Relativamente invece agli aspetti in capo ai regolatori e funzionali allo scopo vedo una serie di azioni rivolte a facilitare l’accesso degli investitori privati al settore delle infrastrutture, quali ad esempio:

- il riconoscimento del livello qualitativo della consulenza Private, che permette al cliente di beneficiare dell’esperienza, della professionalità e della conoscenza dell’intermediario. Un fatto che rende adeguate e percorribili opzioni di investimento altrimenti precluse, se inserite in una operatività non assistita o assistita da un più basso livello di servizio

- l’ampliamento della gamma di strumenti finanziari utilizzabili, con relativa diversificazione delle strategie di investimento alternative destinate alla clientela private

- infine, la creazione di un mercato secondario per questi strumenti

Non da ultimo, un regime fiscale agevolato mirato agli investimenti nelle infrastrutture, potrebbe portare a risultati importanti, incidendo in maniera significativa sulle scelte di lungo periodo della clientela del Private Banking.

Paolo Langé
Presidente Aipb