La polarizzazione dell’informazione

Le prime cinque fonti d’informazione preferite dagli italiani includono strumenti tradizionali come telegiornali, reti televisive all news e quotidiani cartacei a pagamento, insieme all’innovazione fornita dalla piattaforma social più diffusa, Facebook, e dai motori di ricerca su internet, come Google, che permettono in pochi secondi di aggregare risultati per parole chiave o argomenti.

La lettura delle tabelle 8 e 9 restituisce l’immagine della molteplicità di fonti d’informazione utilizzate: orbitano intorno al polo dei media audiovisivi tradizionali (telegiornali, tv all news e giornali radio), cui si aggiungono internet e social network, ricerche online e web magazine, e si completano con la nicchia consolidata della carta stampata.

I pericoli avvertiti della propaganda e della manipolazione online hanno determinato un ricentraggio sui palinsesti informativi audiovisivi tradizionali. I telegiornali mantengono salda la leadership: sono i programmi a cui gli italiani ricorrono maggiormente per informarsi (59,1%). L’apprezzamento è generalizzato e aumenta con l’età: dal 40,4% dei giovanissimi al 72,9% degli over 65. Elevato è anche il favore accordato alle tv dedicate all’informazione a ciclo continuo, 24 ore su 24, 7 giorni su 7: il 19,6% di utenza, con punte fino al 26,3% tra le persone con 45-64 anni, al 22,1% tra i diplomati e i laureati, al 20,9% tra gli uomini. Nell’area delle fonti informative audiovisive si collocano anche i giornali radio (16,7%), graditi soprattutto al 22,5% della popolazione tra 45 e 64 anni, al 19,9% dei soggetti più istruiti, al 19,1% della platea maschile.

Facebook è però il secondo strumento di diffusione delle notizie, dopo il telegiornale: lo utilizza per informarsi il 31,4% degli italiani. La crisi di fiducia era stata certificata dall’arretramento dell’utenza registrato nell’ultimo anno (9 punti percentuali in meno tra il 2017 e il 2018). Segnali di riconciliazione tra gli utenti e i new media emergono anche dai dati sull’impiego dei motori di ricerca online per informarsi (20,7%) e di YouTube (11,9%). Rispetto al 2017, aumentano gli utenti che si affidano ai siti web d’informazione (+4,2% in due anni, dal 10,3% al 14,5%) e che leggono i quotidiani online (dal 10,3% all’11,4%).

Tra le prime cinque fonti informative degli italiani rientrano anche i quotidiani acquistati in edicola. La riflessione sulla qualità dell’informazione è servita a irrobustire la nicchia dei fedeli della carta stampata, che passano dal 14,2% al 17,5%, aumentando di oltre 3 punti percentuali in due anni. Il lettore di quotidiani è prevalentemente un uomo (19,9%) con più di 45 anni: nel segmento anagrafico tra 45 e 64 anni la quota di lettori è del 19,8% e aumenta ancora al crescere dell’età (tra i 65-80enni si arriva al 29,1%).