Comunicati Stampa

Il capitolo «I soggetti economici dello sviluppo» del 51° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2017

Roma, 1 dicembre 2017 – L’economia delle famiglie tra moderati ottimismi e croniche difficoltà. Nel dicembre 2016 il clima complessivo di fiducia delle famiglie verso il futuro risultava stabile rispetto al 2015: gli ottimisti sfioravano il 40% del totale, con circa 10 punti percentuali in più rispetto al 2013. In leggera risalita i pessimisti (dal 22,4% del 2015 al 23,2% del 2016), che erano comunque il 37% nel 2013. Certamente il numero di famiglie che nel 2016 hanno aumentato la propria capacità di spesa rispetto al 2015 è decisamente superiore a quella delle famiglie che l’hanno ridotta. Nel 2013, ancora in piena recessione, ben il 69,3% delle famiglie aveva dichiarato che la propria capacità di spesa si era ridotta e solo l’1,7% riteneva invece che fosse aumentata.

L’impronta sociale della rivoluzione digitale. I processi di innovazione producono nuovi divari sociali o contribuiscono a ridurre quelli esistenti? Su questo tema gli italiani si dividono a metà: il 51,4% ritiene che li amplifichi, mentre il 47,8% è invece convinto che contribuisca a ridurli. Tra i ceti sociali più bassi cresce la quota di coloro che teme un peggioramento dei divari (66,7%). Per un 10% di italiani parlare di automazione e di robotica significa richiamare la fantascienza, il 40,6% si concentra invece sui dispositivi che possono migliorare la nostra vita quotidiana. Ci sono poi coloro che focalizzano l’attenzione sulla possibile disoccupazione che verrà generata dall’applicazione massiccia della robotica nei processi produttivi (il 29,9%, che salgono però al 41,6% tra i soggetti meno istruiti). Solo il 18,7% degli italiani associa la robotica alla possibilità di ottimizzare i processi produttivi delle aziende aumentandone la competitività e la produzione di valore aggiunto.

La volatilità delle imprese giovanili. Nei primi giorni di ottobre il numero delle start-up innovative iscritte al registro speciale delle imprese era pari a 7.886, in aumento rispetto al secondo trimestre dell’anno di 472 unità. In poco più di tre mesi le imprese iscritte sono aumentate del 6,4%. In Italia nel 2016 risultavano esserci oltre 186.000 titolari di impresa giovanissimi (meno di 30 anni di età), in costante riduzione dal 2014 in avanti. Quasi il 40% di questi giovani imprenditori si concentrano nei settori in cui è più alta l’incidenza delle start-up innovative iscritte al registro speciale. I tassi di caduta nello sbocco imprenditoriale sono maggiori nel commercio, nelle attività di consulenza gestionale e professionale, e nei settori ad altro valore tecnologico (servizi d’informazione e creazione di software), oltre che nel settore manifatturiero. Resta comunque il fatto che nel 2016 il 13,5% delle piccole imprese cessate, nei settori analizzati con una dimensione inferiore ai 10 addetti, termina le proprie attività entro i due anni di vita, cioè proprio nella sua fase di avvio.

La crescita del trasporto aereo e il rilancio del sistema aeroportuale nazionale. Nel 2016 il traffico globale negli scali nazionali ha superato i 164 milioni di passeggeri, con un tasso di crescita del 4,6% rispetto al 2015 (7,5 milioni in più). Le proiezioni si attestano su un numero tra i 289 e i 400 milioni di passeggeri nel 2035. Al momento i gestori degli aeroporti italiani sono impegnati a gestire circa 4 miliardi di euro di investimenti (per gran parte derivanti da risorse private) finalizzati a sviluppare le infrastrutture di gestione aeronautica (attività aviation) e non aeronautica (parcheggi, ristoranti, esercizi commerciali, ecc.).

La cantieristica navale: un settore che richiede «spalle larghe». Nel panorama cantieristico mondiale, dove gli ordini di grandi rinfusiere e portacontainer rappresentano la grande maggioranza, il nostro Paese si ritaglia una nicchia di mercato caratterizzato da un elevato contenuto tecnologico, seppure ancora marginale sotto il profilo del tonnellaggio. Tralasciando i tre Paesi del blocco asiatico (Corea, Cina e Giappone), l’Italia rappresenta nel 2015 il 3% del portafoglio mondiale. Nel confronto con il panorama europeo la performance italiana sale al 18,7% del totale ordini. Nel 2016 in Italia sono in costruzione 33 unità navali. Il portafoglio ordini cruise di Fincantieri è di 17 unità fino al 2018 e la metà (8) delle navi da crociera commissionate nel mondo nel 2014 è oggi in costruzione nei cantieri italiani. Rispetto alla composizione del portafoglio ordini italiano, il comparto cruise rappresenta il 94,1% dell’intero portafoglio ordini nazionale (questa quota era del 91% nel 2009) ed è il vero fiore all’occhiello della cantieristica italiana targata Fincantieri.

Gli scenari della transizione energetica: il ruolo del gas e quello della ricerca. Nel 2016 il petrolio ha coperto circa il 34% dei consumi interni lordi di energia. Resta ancora una fonte primaria fondamentale, anche perché copre il 95% dei consumi per il trasporto su strada e praticamente la totalità di quelli del trasporto aereo e marittimo, ma in vent’anni il suo peso si è notevolmente ridimensionato (-20 punti percentuali rispetto al 1996). Ormai del tutto equivalente a quello del petrolio è il ruolo del gas naturale (la più pulita delle fonti fossili), che copre più di un terzo dei consumi totali. Stabile è il peso dei combustibili solidi (7%), che sono la fonte più inquinante. Negli ultimi anni è cresciuto enormemente il peso delle fonti rinnovabili. Mentre fino al 2008 la generazione di elettricità da queste fonti era limitata all’idroelettrico, negli ultimi anni è cresciuta progressivamente l’importanza delle nuove rinnovabili (solare, eolica e bioenergie). Del resto le politiche ambientali europee volte al contenimento delle emissioni di CO2 hanno affidato a queste fonti un ruolo fondamentale, determinando un impatto molto forte sul comparto della generazione elettrica.

 

1 Dicembre 2017